Viking Connection by I. L. Federson

Viking Connection by I. L. Federson

autore:I. L. Federson
La lingua: ita
Format: mobi, epub
editore: Morgan Miller edizioni
pubblicato: 2015-04-27T22:00:00+00:00


Un incontro inaspettato

Erano le 11.00 circa del mattino e il Maresciallo Ferretti stava uscendo dalla Caserma di Corso Cairoli. Come ogni giorno da qualche mese, nell’androne c’era una piccola folla: qualche giornalista, persone convocate per essere interrogate e avvocati che chiacchieravano tra di loro. Uscì rapidamente, quasi correndo, come se fosse stato chiamato per un’urgenza, per schivare le domande dei cronisti o dei legali. Uscito dal portone, girò rapidamente a destra in direzione di Piazza della Vittoria sul marciapiede e quasi investì una giovane donna ferma con le spalle appoggiate al muro e intenta a leggere qualcosa sul telefonino. Era Corinne, l’amica della Dottoressa Ferrari, l’insegnante di francese che tanto avrebbe desiderato incontrare nuovamente. Erano passati mesi, ma la riconobbe immediatamente. Quante volte aveva pensato a quale scusa inventare per poterla rivedere! Ma le indagini non gli avevano dato tregua.

“Buongiorno Professoressa!”.

Lei alzò lo sguardo e accennò un sorriso di circostanza, non avendolo ancora ben identificato.

“Sono Ferretti, il carabiniere che indagava sul furto al bar sotto l’appartamento di Daniela Ferrari, si ricorda di me?”.

Il sorriso le si aprì e gli strinse la mano: “Certo, ora ricordo. Come sta?”.

Mentre si scambiavano i convenevoli, Ferretti capì che se voleva rivederla doveva sfruttare al meglio i pochi istanti successivi.

“Sono qui poiché mio padre è stato convocato per le indagini su un appalto per la manutenzione del verde pubblico, vinto sembra in modo non del tutto trasparente da una ditta per cui ha lavorato. Dato che non conosce bene il centro di Reggio e io avevo un paio d’ore libere tra due lezioni, l’ho accompagnato”.

Ferretti si ricordava benissimo che il cognome di Corinne era uno dei dodici della lista di Ghirri, ma fece finta di nulla. Aveva già svolto personalmente accertamenti sul papà della graziosa Professoressa, appurando con soddisfazione che si trattava di una bravissima persona, uno dei tanti la cui unica colpa era quella di portare un cognome scomodo, di cui non aveva mai voluto approfittare.

“Guardi Corinne, io ora devo correre fuori città, ma le lascio il mio numero. Se le servisse qualcosa, per suo padre, non esiti a contattarmi”, le disse, passandole un bigliettino.

Non si capiva bene di cosa potesse avere bisogno Corinne, ma Ferretti sperava che quel numero prima o poi lo usasse.

“Senta, ma lei insegna qui a Reggio?”, le chiese mentre quasi si allontanava.

“Si, all’istituto per geometri, nel plesso scolastico di fronte al tribunale”.

“Allora ci saremo certamente incontrati decine di volte senza rendercene conto. Io lascio spessissimo l’auto nel parcheggio di quella scuola”.

In quell’istante Ferretti si ricordò che aveva spesso visto delle insegnanti a metà mattinata, durante la ricreazione, incamminarsi chiacchierando verso il caffè di Via Borsellino, vicino al Palazzo di Giustizia, quindi aggiunse maliziosamente: “… e vado spesso al bar vicino al tribunale, proprio dietro a quel polo scolastico”.

“Che combinazione, anch’io!”, rispose Corinne. “Quasi ogni mattina alle 11.00”.

“Allora una delle prossime mattine le offrirò un caffè, promesso. Ora devo proprio lasciarla, mi dispiace. A presto! E mi saluti la Dottoressa Ferrari!”.

Corinne contraccambiò con un bel sorriso, che accese la fantasia di Ferretti.



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